Assaggi di Vangelo
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  Zavorra spirituale che rallenta il cammino quotidiano
“In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati»”. Le malattie fisiche -paralitico- sono una cosa e quelle spirituali -peccati- sono un’altra. Non dobbiamo assolutamente pensare che vi sia una correlazione, come ancora oggi qualcuno pensa che a causa della lontananza da Dio ci si ammalerebbe. La questione è complessa, ma sicuramente diversa! Piuttosto dovremmo verificare quante paralisi causano i nostri peccati se non li riconosciamo, se non li ammettiamo. Sono veramente una zavorra che ci impediscono di camminare speditamente come vorremmo verso traguardi più alti. Togliamoceli e ripartiamo.




  Che il male sia assenza di Bene?
“In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?»”. Non c’è bisogno di vedere il Demonio ovunque, come tanti fanno, per sperimentare che la presenza del Male è operante ancora oggi nel mondo. Come spiegare certi episodi nei quali si fa fatica a riconosce che l’uomo possa arrivare a tanto. Il Male, qualsivoglia chiamare, agisce e interferisce nel modo più subdolo anche nella storia del credente. L’antidoto più sicuro è quello che ci suggerisce il Vangelo: sforzarsi di compiere sempre il Bene. Solo così lo possiamo far irritare e lasciare che ci urli “che vuoi da noi?”.




  Paura e Fede: quale correlazione?
“Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia”. Ancora gli antichi popoli si chiedevano cosa fosse la paura e, soprattutto, quale ruolo avesse nella vita di ogni persona, quali aspetti positivi o negativi scatenasse, dando origine a qualità di vita diametralmente opposte. Gesù la matte in relazione con la fede: come se ci fosse una stretta correlazione tra il credere e il coraggio. Ma l’aspetto veramente interessante è che nell’episodio di oggi la fede è collegata alla paura di perdere la vita poiché rischiavano di annegare. Che allora la fede permetta di vivere anche una vita terrena migliore?




  Chi è Costui?
“Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»”. Dobbiamo sempre rispondere anche noi a questa domanda, poiché se la evitiamo significa che non vogliono lasciarci compromettere più di tanto dalla dimensione religiosa nella nostra esistenza e la riteniamo un optional. L’importante è realmente chiedersi quanto incide il mio credere nel Cristo nel pensare e agire quotidiano, quanto mi lascio positivamente influenzare da Colui che dichiaro essere il mio Dio. Qualcuno sostiene che chiedersi cosa avrebbe fatto Gesù in quella situazione è irreale, tuttavia, perlomeno aiuta calibrare meglio il nostro agire, poi Qualcuno ci verrà in aiuto.




  Farsi prendere il braccio, e non solo
“Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”. Oggi Gesù risponde proprio ad alcuni vostri riscontri ricevuti sul Vangelo di ieri. È sera, anche Lui aveva tutta la stanchezza di un uomo dopo una giornata, eppure non si risparmia nel continuare a guarire altri ammalati, oltre il lebbroso. Egli prende su di sé le nostre infermità e si fa carico di ogni nostro malessere. Non si ferma a dare la mano, si fa prendere il braccio e tutto se stesso. Avere avuto esperienze negative nell’aver aiutato altri, non ti autorizza a non sostenere più nessuno, se vuoi sforzarti di essere credente.




  Porgere la mano
“Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita”. Oggi proliferano e riscuotono notevole successo coloro che nei minimi dettagli ti spiegano la personalità, il carattere, il vissuto psicologico…a seconda di come tu porgi la mano a una persona, a come gesticoli parlando, a come il pollice è messo in vista o è nascosto, a come tieni le dita a pugno o aperte…;ma a chi diamo una mano, nel senso tradizione che ha questa immagine, cioè, chi aiutiamo se qualcuno è veramente nel bisogno? Gesù ci tende continuamente la sua mano, come ha fatto con il lebbroso. Andiamo da Lui per avere la forza di farlo anche noi.




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