Assaggi di Vangelo
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  Gratis
“In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:…Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Riconoscere che tutto che ci circonda è dono gratuito, cambia qualitativamente la qualità della vita. Si attribuisce sempre al nostro lavoro, ai nostri sacrifici, all’utilizzo positivo delle nostre capacita, alla nostra bravura, quello che siamo e che possediamo. Questo è vero solo in parte, giacché dimentichiamo l’origine: è Dio che ci ha donato la vita, la salute, l’intelligenza, la sensibilità per, la natura, l’aria, il sole e la pioggia…Tutto questo è ricevuto gratis da Dio e senza di Lui tutto ciò che noi, solo in seconda battuta facciamo, dipende esclusivamente dalla Sua gratuità. Non dimentichiamolo, altrimenti potremmo rimanere illusi, frustrati. E per non arrivare a tanto dobbiamo esercitarci nel donare gratuitamente agli altri.




  Discepoli e Apostoli
“In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì”. Ogni tanto precisazioni terminologiche possono rivelarsi utili. Discepolo è colui che desidera imparare mettendosi alla sequela di un Maestro: Apostolo è colui che è inviato, mandato con precise indicazioni e in un luogo specifico. Non si può essere apostoli senza essere discepoli, sempre e in qualsiasi campo.




  Anche “loro” hanno bisogno
“Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!»”. Motivi ed occasioni per pregare, se si vuole, non mancano di certo. Tra questi ci viene indicato di ricordarci di chiedere al Signore di non farci mai mancare operai, cioè persone che realmente e volonterosamente lavorano, non per attività generiche, bensì specificatamente per bene della Chiesa. Spesso si ritiene scontato, ma pregare affinché chi ha dei compiti specifici all’interno della Chiesa sia sempre all’altezza e lo faccia disinteressatamente e con totale amore, c’è tanto bisogno.




  Qualità, più che quantità
“Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata”. Una donna ammalata da 12 anni delle stessa malattia che non riesce a guarire in nessun modo, si avvicina a Gesù nella speranza di che cosa? Di guarire? No, assolutamente! Di essere salvata. Mai si parla di guarigione e mai vuole essere guarita, bensì salvata, come realmente otterrà per fede. Notiamo pure la discrezione: non gli parla, non lo tocca, non…, lambisce con venerazione il lembo del mantello.




  A volte, serve cambiare libro senza tergiversare
“Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano». Ritorna il richiamo alla radicalità della fede, e non solo. Un conto è avere pazienza e sviluppare gradualmente un’attività, un qualsiasi percorso; un altro è tergiversare su alcune posizioni, tentennare in continuazione per paura di cambiare e di affrontare il nuovo. Questa seconda interpretazione è quella che Gesù invita a non seguire, poiché porta a trappi e a perdite maggiori rispetto a un voltare pagine in modo deciso decisivo.




  Vari modi di Vedere
“Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Si fa presto a dire che noi non abbiamo bisogno di vedere per credere, tutto da verificare. Se si intende di non andare a ricercare segni particolari, come miracoli o visioni varie, forse può essere vero, tuttavia ci potrebbe essere un altro “bisogno di vedere”, come quello di volere continuamente conferme da parte del Signore circa la nostra vita di fede. Insomma, avere la frenesia di toccare i risultati delle nostre preghiere, dei nostri atti di carità, del nostro servizio gratuito, della nostra partecipazione alla S: Messa. Se non è voler vedere questo!




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