Docta ignorantia
“In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza”. Già in Altre cultura era conosciuta come la “docta ignorantia”, cioè quello che Platone fa dire a Socrate: “Io so di non sapere”. È l’ignoranza che sta ala base della vera e continua conoscenza, se presumo già di sapere tutto, non mi sforzerò mai di cercare altro ed altrove. Gesù va ancora oltre: per conoscere, non semplicemente le realtà terrene, bensì quelle divine, la volontà di Dio, devi riconoscerti ed essere continuamente piccolo, minuscolo difronte al Signore, allora Egli si rivelerà in tutta la Sua grandezza. |
Svegliamoci
“In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite”. Alcune volte si commettono degli sbagli perché non si era mai affrontata quella particolare situazione; in altri casi si compiono degli errori in quanto, nonostante gli sforzi, non si è riusciti a ponderare oculatamente le persone che erano coinvolte;…Molte volte, invece, si ri-commettono “cavolate” consapevolmente e ben sapendo già prima che quella azione avrebbe portato ad uno sbaglio, a un errore. Per questo Gesù ci rimprovera, e con piena ragione, ma dovremmo rimproverarci anche noi. |
Gesti che valgono una ricompensa eterna
“Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”. Ma perché a Dio piacciono i piccoli gesti, quelli insignificanti e più naturali? Semplice: i gesti grandi e pubblici li vedono tutti e anche tu li ricordi per tanto tempo, gli amici ogni tanto li richiamano per questo hai già una tua soddisfazione, un merito e ti pavoneggi tutto. Quelli piccoli e spontanei, sono talmente ovvi e naturali che non ci fai caso, che compi per il fatto che in quel preciso momento c’è qualcuno che ha sete, e basta, senza porsi tanti perché e percome. Questi sono quelli che ti fanno ricevere la ricompensa dal Signore, quelli che non ti ricordi giacché li hai compiuti con una spontaneità che viene dal cuore. |
“E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone”
“In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano”. http://www.assaggidivangelo.it/Assaggi-Vangelo-Video |
Cose o Persone?
“In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?»”. Ritorna la preoccupazione, di avere sempre e necessariamente ad ogni costo, un resoconto per quello che si fa. Pietro è concentrato su cosa potrà “guadagnare” dall’avere lasciato le reti, per di più vuote, invece di intraprendere una profonda e costruttiva relazione con Gesù. Grave e pericoloso rischio sempre in agguato in tutte le relazioni: di amicizia, di fidanzamento, di lavoro, di vicinato, di…Si rischia di avere tante conoscenze unicamente per un eventuale tornaconto, perdendo il ben più prezioso, chi si ha di fronte. |
La fede: dono da custodire e far crescere
“Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”. Quando la mia intenzione è di portare avanti un’idea, un progetto, un’iniziativa devo necessariamente pensare a tutte le possibili reazioni che potrei suscitare, agli ostacoli e alle difficoltà che incontrerò nella realizzazione di un mio ideale. Riguardo al mio credere è un po’ diverso, non nel senso che quanto richiamato prima non debba farlo, ma deve essere secondario. Anzitutto, devo continuamente a corroborare la mia fede, non concentrarmi sulla sua difesa. Al limite, ogni ostacolo al credere deve essere preso come opportunità di crescita ulteriore del mio credere. |
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